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In questa pagina troverai una raccolta di ricette di Cocktail con il Vermouth e con i vini in generale spiegate da me, Giovanni Ceccarelli, e dal team Cocktail Engineering.
Poiché il Vermouth è di gran lunga il vino più importante in Miscelazione, ho deciso di darti alcune informazioni importanti su questo prodotto. Se vuoi andare direttamente alle ricette scorri più in basso.
Nel 1786 Antonio Benedetto Carpano non solo inventò la ricetta che diede origine alla categoria merceologica del Vermouth ma inventò anche uno dei più importanti prodotti alcolici utilizzati in miscelazione.
Tuttavia, la vera rivoluzione cominciò solamente nel 1838 quando il Vermouth venne esportato al di fuori dell’Europa, in particolar modo negli Stati Uniti, patria della Mixology. Qui infatti, il vino aromatizzato all’assenzio, iniziò ad essere utilizzato nei cocktail.
I Vermouth solitamente si classificano in Vermouth Dry, Vermouth Bianco e Vermouth Rosso.
Tuttavia, in Mixology, ha più senso parlare di Vermouth Dry e Vermouth Dolce, che tra l’altro è un’altra possibile classificazione ufficiale. La quantità di zucchero infatti è un elemento importantissimo a livello di bilanciamento delle ricette ed equilibrio nei cocktail.
Tutti i Vermouth devono essere composti da almeno il 75% di vino (sia bianco che rosso) ma, a seconda della tipologia, possono avere un tenore alcolico e una gradazione zuccherina differente.
Vermouth Dry ed Extra Dry
Nel disciplinare del Vermouth di Torino, il Vermouth Extra Dry può avere massimo 30 g/L di Zucchero, mentre il Dry massimo 50 g/L. Una differenza minima che in miscelazione è trascurabile. Il tenore alcolico compreso tra 18 % vol e 22 % vol.
Per i Vermouth secchi non di Torino, il tenore alcolico minimo è di 14.5 %vol e lo zucchero massimo è di 50 g/L.
Vermouth Dolce
Il Vermouth Dolce deve avere minimo 130 g/L di zucchero (solitamente è ben di più) e un tenore alcolico compreso tra 16 %vol e 22 %vol. Il più famoso è quello rosso, ma può essere anche ambrato o rosato.
Il Vermouth rosso è quasi sempre di vino bianco colorato con caramello, unico colorante permesso.
Nel Vermouth non di Torino il tenore alcolico minimo è 14.5 %vol e lo zucchero minimo è 130 g/L.
Il Vermouth è stato un grande protagonista della Storia della Mixology grazie a 3 grandi abbinamenti che sono oggi alla base di altrettanti importantissimi Cocktail Classici.
Vermouth e Amari
Il Vermouth corretto con degli amari ha dato origine a quelle che sono probabilmente le ricette di cocktail italiani più famosi al Mondo: Americano e Negroni.
Quando pensi a questi cocktail non pensare per forza al Campari. Esistevano tantissime versioni diverse dell’Americano; addirittura la prima ricetta apparsa in un ricettario era a base Fernet Branca.
L’altro grande cocktail protagonista di questo abbinamento è il Boulevardier.
Vermouth e Gin
Vermouth e Gin è probabilmente l’abbinamento più iconico in assoluto perché è quello alla base del Martinez, del Dry Martini e di tutte le sue infinite varianti, come il Gibson.
Un abbinamento dove inizialmente il Vermouth era tanto importante quanto il Gin ma che ha poi visto via via il distillato prendere il sopravvento.
Vermouth e Whisky
Oggi forse un po’ meno famoso e richiesto degli altri abbinamenti, Vermouth e Whisky ha comunque segnato la storia della Miscelazione.
Il Manhattan Cocktail (che è in giro da fine ‘800), il Rob Roy e tutte le loro varianti hanno segnato un’epoca.
Tra i grandi classici abbiamo già citato Americano, Negroni, Boulevardier, Dry Martini, Manhattan, ma sono sono gli unici.
Hanky Panky, Vieux Carrè, De La Louisiane, Milano-Torino, Negroni Sbagliato, Blood and Sand, Bobby Burns, Bronx, El Presidente sono altri grandi classici degni di nota.
Oltre a questi drink storici il Vermouth può essere utilizzato oggi in drink di nuova concezione, innovativi, anche grazie alla grande rinascita di cui questo prodotto è stato protagonista a partire dal 2010.
Buona miscelazione,
Giovanni
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