In questo articolo ti presento Fusettino, un drink all’apparenza molto semplice perché composto da 3 ingredienti molto comuni, shakerati e serviti in coppetta: Fusetti alla banana, Vermouth dolce e Granatina home-made.
Fusettino è però un cocktail che racconta le tradizioni più importanti del bere miscelato, in un intreccio di culture di paesi lontani che sono stati fondamentali per la storia della miscelazione.
Per capire bene questo drink bisogna prima fare un salto nella Cuba di inizio novecento, per poi spingerci ancora più indietro, negli anni in cui si è strutturata la miscelazione americana e italiana.
Dove ho preso l’ispirazione per questo drink
Fusettino è un drink di derivazione cubana, ma non la Cuba della miscelazione ancestrale tropicale. È un drink della Cuba dei Cantineros, quella della miscelazione tendenzialmente americana, la stessa miscelazione che ci ha permesso di conservare, ampliare e innovare tutte le culture del bere moderno.
È innegabile infatti che senza i Cantineros de Cuba, oggi, non saremmo qui a parlare di cocktail.
Nei primi decenni del ‘900, i Cantineros cubani, trovandosi a far da bere ai clienti americani, non solo hanno conservato l’identità della miscelazione statunitense devastata dal proibizionismo, ma vi hanno anche inglobato prodotti provenienti da ogni angolo d’Europa. Bottiglie che, oltre ad aver invaso i cocktail bar dell’Havana, erano chiaramente destinate al mercato clandestino americano e hanno fatto di Cuba il centro nevralgico di tutto, o quasi, l’alcol del Mondo.
Tornando al nostro drink, può sembrare strano, ma Fusettino è di fatto un Americano. Prova a seguirmi nel ragionamento.
L’Americano è un drink che deriva da un modo di bere unico al Mondo, quello dell’unica identità miscelata che abbiamo nel nostro paese, unire bitter con bitter e possibilmente ancora bitter. Ma l’Americano è anche un Vermouth cocktail.
Nell’800, il vermouth, negli Stati Uniti, non veniva miscelato in parti uguali con del Bitter all’uso d’Hollanda (es. Campari o Fusetti) per creare quei cocktail d’aperitivo che siamo abituati a bere oggi, ma era attore principale del cocktail e veniva lavorato con gocce di bitters ed altri alcolici aromatizzanti, proprio come si farebbe con un distillato nella struttura di un Old Fashioned.
Solo successivamente attraverso la diffusione del bitter all’uso d’hollanda, molto apprezzato in Italia, il concetto di Americano cambia trasformandosi nel cocktail d’aperitivo ormai noto e diventa a tutti gli effetti il primo cocktail italiano.
Della stessa idea è anche Lucio Tucci, storico della Miscelazione di Cocktail Engineering, che ha scritto l’articolo La storia dell’Americano il primo cocktail italiano, che ti invito a leggere.
La presenza nel nostro paese di decine e decine di bitter prodotti a macchia d’olio è dovuta probabilmente alla facile realizzazione del prodotto stesso, spesso ricorrente anche in drogherie a conduzione familiare che disponevano di abbondante alcol utilizzato come solvente. Una produzione e distribuzione prettamente locale, che ha partecipato attivamente alla nota usanza dell’aperitivo italiano.
Ma di fatto bitters, amari ed i bitter all’uso d’hollanda svolgono la stessa funzione seppur con differenze culturali estremamente diverse.
Ma cosa c’entra Cuba in tutto questo?
Dalle mie ricerche sulla Miscelazione Cubana ho trovato particolarmente curioso il fatto che a Cuba questi Vermouth cocktail erano presenti e preparati con tanti vermouth diversi, ma sempre lavorati con gli amaricanti più famosi: Fernet ed Angostura. Sembrano appartenere ad una linea di miscelazione unica, come fossero una vera e propria categoria di cocktail.
Ancora più curioso è che uno di questi drink si chiama proprio Italiano o Italian Cocktail, nome che ci fa intuire che miscelare vermouth e bitters fosse un’usanza di lavorazione del vermouth riconosciuta come italiana. È scontato sottolineare che nel cocktail “Italiano” il vermouth utilizzato è un classico vermouth dolce italiano.
Di fatto, la nota tecnica essenziale appartenente sia al concetto di primo americano, sia a questi drink cubani, è che l’ingrediente amaricante è un accessorio al cocktail, un valore aggiunto, e mai un protagonista del cocktail. Questa caratteristica è ben chiara nella miscelazione cubana infatti i veri attori di questi drink sono sempre i vermouth, indipendentemente dal fatto che siano italiani o francesi.
Nel mio drink che rimane sempre un Vermouth cocktail o se vogliamo un Americano, ho unito al vermouth, la parte amaricante del bitter e un’altra nota di miscelazione tipicamente presente a Cuba, quella aromatica della liquoristica. Come ben noto prodotti come curacao, cacao, banana, ananas, menta, crema di vaniglia e violetta erano presenti in molti cocktail dei Cantineros.
Per dare questa nota e non destrutturare il Vermouth cocktail ho utilizzato Fusetti alla Banana che, pur avendo uno spiccato aroma fruttato, mantiene in tutto e per tutto le funzioni del bitter, senza aggiungere ulteriore zucchero. In questo modo il vermouth rimane protagonista del cocktail.
Ricetta del Fusettino
- 45 ml Vermouth dolce (rosso)
- 30 ml Bitter Fusetti alla banana
- 5 ml Granatina home-made
Che cosa ti serve per fare il Fusettino
- Coppetta da 150-180 ml
- Bar spoon
- Shaker
- Strainer
- Colino a maglie fini
- Paletta per il ghiaccio
Come fare il Fusettino
- Raffredda la coppetta con del ghiaccio se non la hai fredda da congelatore;
- Versa tutti gli ingredienti nello shaker;
- Shakera vigorosamente;
- Filtra in double strain nella coppetta.
Consigli
Come vermouth io uso Carpano Punt e Mes ma, essendo il drink un Vermouth cocktail, ti consiglio di provare a variare il vermouth per vedere come varia l’equilibrio generale del drink. Ti ricordo che il vermouth deve rimanere dominante, quindi se usi un vermouth molto meno strutturato cambia le proporzioni del cocktail.
Il bitter Fusetti alla banana lavora in modo standard sul drink accompagnando i vari stili di vermouth, non coprendoli mai ma donando un piacevole retrogusto amaro, aroma di banana e pimento.
La granatina, che deve essere rigorosamente home-made, come spesso accade nei cocktail cubani, non ha la funzione di aromatizzare o addolcire il drink. Pochissimi ml hanno la funzione di donare morbidezza e bilanciare il colore.
Bicchiere e decorazione
Il cocktail non diluito occupa un volume di 80 ml ma, una volta shakerato, il volume finale supera i 110-120 ml. Per questo ti consiglio di utilizzare una coppetta con una capienza minima di 150 ml e massima di 180 ml. Deve infatti rimanere un po’ di spazio utile per non far fuoriuscire il drink quando viene portato al tavolo ma, allo stesso tempo, la coppetta non deve sembrare mezza vuota.
Tenore alcolico del Fusettino
Il drink non diluito, preparato con gli ingredienti indicati, ha un tenore alcolico di 18.4 %vol. Considerando una diluizione di 45 ml, abbastanza standard con una buona shakerata, il tenore alcolico scende a circa 11.8 %vol. Possiamo quindi considerare Fusettino come un drink dal tenore alcolico medio-basso.
Ti ricordo che il tenore alcolico ci fa capire la sensazione gustativa in bocca e non quanto alcol si ingerisce. Bevendo Fusettino si ingeriscono 11.6 grammi di alcol.
Questi calcoli sono stati eseguiti utilizzando il nostro calcolatore nell’area PRO, riservato agli iscritti Gold e Platinum.
Quando bere il drink e a che cliente è rivolto
Il drink è perfetto da bere come aperitivo per via delle sue note amaricanti. Il sentore dolce di banana lo rende più facile da bere di un Americano o di un Negroni, tuttavia è sconsigliato per chi non ama il gusto amaro.
Buona miscelazione,
Gianni
Abbiamo parlato di
Potrebbero interessarti anche