Chi lo ha detto che dopo cena, after dinner, si possono solo bere amari, liquori come il limoncello o distillati in purezza?
Oppure che si debbano bere drink dolci, come l’Alexander o il Japanese Cocktail? (n.d.r.: io adoro il Japanese Cocktail)
Esistono infatti tutta una serie di drink, perfetti per essere consumati dopo cena, che valorizzano il distillato con cui sono preparati e che non sono né troppo dolci, né cremosi.
Sto pensando per esempio al God Father, al Black Russian, al French Connection e, appunto, allo Stinger.
Quindi, se non hai voglia di bere un amaro, un liquore tipo limoncello, ma neanche un distillato in purezza, potresti tenere in considerazione queste tipologie di cocktail, composti quasi sempre da due ingredienti.
Parlando dello Stinger, è un drink a base Brandy o Cognac, con una fresca (ma non invadente) nota di menta. Insomma, se cerchi un after dinner fresco, che ‘pulisca la bocca’, lo Stinger è perfetto!
Attenzione però al suo tenore alcolico: non avendo all’interno succhi, ma solo ingredienti alcolici, anche con la dovuta diluizione rimane un drink potente.
Se vuoi calcolare il suo tenore alcolico (in base agli ingredienti che utilizzi) puoi usare il mio calcolatore cliccando qui.
Storia dello Stinger
Quando si parla di storia dei cocktail, si fa molta difficoltà a districarsi tra dicerie infondate, leggende con un pizzico di verità e ciò che probabilmente è realmente accaduto.
Sullo Stinger si legge che fosse molto consumato durante il proibizionismo perché l’aroma di menta mascherava l’odore di alcol in bocca in caso di controllo.
Ora, secondo me, questa ipotesi è infondata.
Ho provato a fare una ricerca e tutto ciò che ho trovato sono siti web, inglesi e italiani, che si rimbalzano questa informazione. Nessuno di questi siti web cita una fonte attendibile o una traccia storica che parli di questo.
Ovviamente, se queste fonti dovessero saltare fuori o venire effettivamente citate, sarò il primo a cambiare idea.
Parlando invece di fonti attendibili, David Wondrich, uno dei più grandi storici della miscelazione, dedica un paio di pagine del suo libro Imbibe! a questo drink. Wondrich riporta che questo drink sia stato inventato, o comunque reso famoso, da Reginald Vanderbilt, padre della famosa stilista ed ereditiera Gloria Vanderbilt.
La miscela tra Brandy e Crema di menta non era però una novità. Infatti, in diversi libri dell’800 e inizio ‘900, appaiono alcuni drink dove questi due ingredienti venivano miscelati.

In particolare, in The flowing bowl di William Schmidt (1892), appaiono addirittura due drink del tutto simili allo Stinger.
Nel primo, troviamo Brandy, Crema di Menta e sciroppo di zucchero, nel secondo Brandy, Crema di Menta e Bitters. Praticamente due drink identici allo Stinger.
Per vedere un drink con questi ingredienti, chiamato con il nome di Stinger, bisogna però aspettare il 1913.
Come riporta Lucio Tucci, nel 1913, sia su un articolo del The Washington Herald, sia sul Straub’s manual of mixed drinks, appare la miscela di Brandy e Crema di Menta sotto il nome di Stinger.
Ora che hai un’idea della storia dello Stinger, vediamo insieme la ricetta.
Ricetta dello Stinger: gli ingredienti
- 50 ml Brandy o Cognac
- 20 ml Crema di menta bianca
Strumentazione
- Coppetta da cocktail
- Mixin’ glass (se si usa la tecnica stir)
- Shaker (se lo si vuole shakerare)
- Jigger
- Bar spoon
- Strainer
- Colino a maglie fini
- Paletta per il ghiaccio
Come fare lo Stinger
Tecnica Stir
Raffredda il mixin’ glass e, dopo aver rimosso il ghiaccio, versa tutti gli ingredienti.
Aggiungi nuovamente ghiaccio e miscela con movimenti circolari (stir) fino a raggiungere la diluizione e il raffreddamento che preferite.
Filtra in una coppetta precedentemente raffreddata.
Tecnica Shake
Versa tutti gli ingredienti nello shaker e shakera vigorosamente.
Shakera in double strain in una coppetta precedentemente raffreddata.
Approfondimenti
Innanzitutto quando si parla di crema di menta si intende un liquore alla menta dall’elevato tenore zuccherino. Non c’è all’interno panna o latte.
Detto questo, lo Stinger è un cocktail che può essere preparato sia con tecnica Stir sia con tecnica Shake.
Se lo prepari con tecnica shake, otterrai un drink più freddo, più diluito e con una maggiore espressione della crema di menta. Nel drink entrerà anche dell’aria che uscirà abbastanza velocemente (non aspettatevi un sour) che tuttavia donerà un texture leggermente diversa al drink, soprattutto se verrà bevuto abbastanza velocemente dopo la preparazione.
Se lo prepari con tecnica Stir, avrai invece un drink meno diluito ma anche meno freddo. A differenza della tecnica shake, qui viene esaltato il Brandy.
Non esiste un modo corretto di farlo, provalo con entrambe le tecniche e decidi qual è quella che preferisci.
Se invece vuoi scoprire l’Improved Stinger, ricetta di Mirco, mio stretto collaboratore, clicca qui.
Sullo Stinger è tutto, spero tu abbia trovato questo articolo approfondito ed interessante. Se ti è piaciuto e lo hai trovato utile potresti pensare di iscriverti all’ area riservata COCKTAIL ENGINEERING PRO ed entrare a far parte della community su facebook. Iscrivendoti all’area riservata avrai accesso a tanti altri articoli come questo. Clicca qua per scoprire i vantaggi e iscriverti.
Buona Miscelazione,
Giovanni
2 min
Stir o Shake
- • 50 ml Brandy o Cognac
- • 20 ml Crema di Menta bianca
- • Coppetta da cocktail
- • Mixin' glass o Shaker
- • Jigger
- • Strainer
- • Colino a maglie fini
- • Bar spoon
- • Paletta per il ghiaccio
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