Negroni: storia, ricetta originale e segreti del cocktail italiano

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Il Negroni è il cocktail italiano più famoso e bevuto al mondo. Unisce tre ingredienti iconici – gin, bitter e vermouth dolce – in un mix perfettamente bilanciato che racchiude l’essenza dell’aperitivo italiano: gusto amaro, complessità aromatica e un carattere deciso.

Ma attenzione: nonostante la sua apparente semplicità, un buon Negroni è tutt’altro che facile da preparare. Per renderlo davvero perfetto occorre conoscere la storia del drink, scegliere gli ingredienti giusti e applicare la tecnica corretta.

In questo articolo vedremo come nasce il Negroni, come selezionare e bilanciare i suoi ingredienti, quali tecniche usare e quali varianti sperimentare.



La storia del Negroni, dal Conte alle varianti moderne

Collage digitale di immagini con una lettera scritta a mano e una cartolina che ritrae il conte Camillo Negroni. In primo piano un bicchiere tipo tumbler basso che contiene un liquido rosso (negroni cocktail).

La nascita a Firenze

Secondo la versione più diffusa, il Negroni sarebbe stato inventato a Firenze tra il 1917 e il 1920 al Caffè Casoni (poi Giacosa) dal barman Fosco Scarselli, su richiesta del Conte Camillo Negroni, che avrebbe chiesto di rafforzare il suo Americano sostituendo la soda con il gin.

Questa ricostruzione è affascinante ma non del tutto certa: la nascita del Negroni resta ancora oggi un terreno ricco di ipotesi e misteri.

👉 Se vuoi approfondire tutte le teorie e i documenti storici, leggi la storia completa del cocktail Negroni.

Le prime tracce scritte e i nomi alternativi

ricetta negroni gandiglio
Ricetta del Negroni nel libro di Amedeo Gandiglio, scoperto da Paolo Ponzo

Curiosamente, il Negroni – nonostante la leggenda della nascita con il Conte Camillo Negroni – non compare subito nei ricettari con questo nome. Anzi, nei primi ricettari appare con denominazioni diverse. E qui nasce un altro dubbio: se davvero fosse stato inventato dal Conte negli anni ’20, perché nei libri successivi non si trova già come “Negroni”?

  • 1927, Parigi – Nel libro L’Heure du Cocktail compare un drink identico, ma chiamato Mussolini, firmato dal barman italiano Charlie Castellotti.
  • 1936, Buenos Aires – Elvezio Grassi, in Mille Misture, riporta il Tortoni Cocktail, sostenendo che fosse già popolare nel 1912. Anche qui, stessa ricetta, nome diverso.
  • 1939, Cuba – All’Avana appare per la prima volta un cocktail chiamato Negrone (con la E finale), molto simile al Negroni che conosciamo oggi.

Solo nel 1947 il termine “Negroni” compare in un ricettario europeo, il libro di Amedeo Gandiglio, riscoperto da Paolo Ponzo.

La consacrazione internazionale

Dagli anni ’50 il Negroni inizia la sua scalata: entra nelle liste ufficiali IBA, si diffonde nei bar di tutto il mondo e ispira due celebri varianti:

  • Cardinale: con vermouth dry al posto del rosso.
  • Negroni Sbagliato: nato a Milano nel 1972 da Mirko Stocchetto, con prosecco al posto del gin.

Ricetta del Negroni classico

  • 30 ml Bitter
  • 30 ml Vermouth dolce
  • 30 ml Gin
  • Scorza di limone o arancia

👉 Questo equilibrio è un punto di partenza. Più avanti ti insegnerò come bilanciare meglio il Negroni in base agli ingredienti scelti.

Strumentazione

  • Tumbler basso da 350 ml
  • Jigger
  • Bar spoon
  • Pelapatate
  • Paletta per il ghiaccio
  • Termometro (opzionale)
  • Mixin’ glass (opzionale)
  • Strainer (opzionale)

Come preparare il Negroni

  1. Raffredda il bicchiere di servizio con del ghiaccio se non lo hai freddo da congelatore;
  2. Una volta freddo, scola l’acqua in eccesso oppure svuota completamente il bicchiere dal ghiaccio;
  3. Versa il bitter, il vermut ed il gin;
  4. Miscela con un movimento rotatorio (stir) per diluire e raffreddare la miscela. Io ti consiglio di fare stir con poco ghiaccio e di aggiungere quello che manca sul finale (così evitate di far tracimare il drink);
  5. Una volta raggiunta la diluizione gradita aggiungi ghiaccio fino a colmare il bicchiere;
  6. Decora con una scorza di limone o altro agrume, strizzandola leggermente sul drink (twist).

Il Negroni è pronto, Enjoy!

👉 Se vuoi servire un Negroni su un cubo di ghiaccio devi fare stir in un mixin’ glass.

Gli ingredienti del Negroni e come sceglierli

alcune bottiglie di bitter su sfondo bianco. Gagliardo, Berto, Rouge, Carpano, Luxardo, Fusetti, Campari, Martini
Alcuni bitter classici

La forza del Negroni sta nella sua apparente semplicità: solo tre ingredienti più una scorza di agrume. Ma proprio perché sono pochi, la scelta diventa fondamentale. Ogni bitter, vermouth o gin ha caratteristiche uniche che possono cambiare completamente il profilo del cocktail. Vediamo come orientarsi.

Bitter e amari

Amaro e bitter sono sinonimi sia nella traduzione che nei disciplinari di produzione. Tuttavia non tutti sono adatti a un Negroni: usarne uno troppo balsamico o troppo dolce può portare il cocktail lontano da ciò che il cliente si aspetta.

I bitter più adatti hanno come base amaricante il rabarbaro e un profilo agrumato marcato, soprattutto di arancia. Il più celebre è senza dubbio il Campari, seguito da alternative interessanti come Fusetti, Berto, Rossi d’Angera, Nardini, Carlo Alberto, Luxardo, Pallini, Gagliardo, Poli, Negroni e molti altri.
Ognuno di questi porta con sé sfumature differenti: più o meno amaro, più o meno agrumato, più o meno speziato. La scelta del bitter è quindi l’elemento che più caratterizza il tuo Negroni.

Vermouth dolce

Il vermouth ideale deve essere dolce – per legge almeno 130 g/L di zucchero. Il colore (rosso, ambrato, bianco) conta meno della struttura e della quantità di zuccheri, che influiscono sull’equilibrio del drink.

Nella pratica, i vermouth rossi o ambrati risultano più adatti perché hanno corpo e complessità sufficiente a reggere l’amaro del bitter. I vermouth bianchi dolci sono spesso troppo delicati e rischiano di scomparire nel mix.

Esempi consigliati: Carpano, Cocchi, Del Professore, Martelletti, Berto, Macchia, Carlo Alberto, fino ai nuovi vermouth artigianali prodotti da piccole realtà italiane.

Gin

Delle bottiglie di Gin
Il gin è un distillato dal sapore di ginepro e altre spezie, come coriandolo, liquirizia, angelica, cardamomo

Il gin non porta dolcezza, acidità o amaro: contribuisce soprattutto al tenore alcolico e al profilo aromatico. È l’elemento che “completa” il drink, dando respiro agli altri due ingredienti.

Si può spaziare dai classici London Dry ai Distilled o Compound gin più particolari: floreali, speziati, mediterranei. L’importante è valutare come i suoi aromi si combinano con quelli di bitter e vermouth. Un gin troppo floreale sommato a un vermouth molto vanigliato, ad esempio, rischia di sbilanciare l’insieme.

La scorza di agrume

La decorazione migliore è una scorza espressa, non una fetta: la fetta rilascia succo e altera l’equilibrio del drink.

  • Arancia → dona rotondità e dolcezza.
  • Limone o lime → aggiungono freschezza e vivacità.
  • Pompelmo → regala un piacevole tocco amarognolo.

Anche solo cambiando scorza si può dare al Negroni una sfumatura aromatica completamente diversa.

Bilanciare un Negroni perfetto

Il Negroni non è una ricetta rigida, ma un equilibrio dinamico che cambia in base agli ingredienti scelti. Per trovare la proporzione giusta non basta affidarsi al classico “un terzo, un terzo, un terzo”: occorre valutare i parametri oggettivi dei prodotti e solo dopo lasciarsi guidare dal gusto e dall’aroma complessivo.

Quando parliamo di bilanciamento, i fattori principali da considerare sono tre:

  • Tenore alcolico e diluizione
    La prima analisi da fare riguarda il grado alcolico degli ingredienti. Un Negroni in parti uguali ha di norma un tenore alcolico intorno al 27 %vol, che risulta troppo alto per la bevuta. Ecco perché è fondamentale calcolare quanta acqua si aggiunge con la diluizione: con circa 50 ml di diluizione primaria, il drink scende a un tenore ideale di 17–18 %vol, perfetto per essere piacevole e bilanciato.
  • Dolcezza, amaro e acidità
    Dopo l’alcol si passa al gusto vero e proprio. Un bitter molto amaro, come il Campari, potrebbe richiedere un dosaggio leggermente inferiore, mentre un bitter più morbido, come il Fusetti, permette di spingere di più.

    Lo stesso vale per il vermouth: se è molto zuccherino bisognerà compensare con un bitter secco, se ha invece una punta di acidità potrà rendere il drink più fresco e meno stucchevole. L’arte del bilanciamento sta proprio nel dosare amaro e dolce in modo che nessuno dei due prenda il sopravvento.
  • Profilo aromatico
    Infine, si arriva all’aroma. Qui serve ancora più attenzione: due ingredienti con note simili rischiano di sommare le stesse sfumature, sbilanciando il cocktail. Un gin molto floreale unito a un vermouth con forte vaniglia, ad esempio, potrebbe risultare eccessivamente profumato e invadente. In questi casi si può ridurre la dose del gin o cambiare vermouth, per riportare armonia al drink.

👉 Se vuoi fare questo tipo di valutazioni in modo preciso, puoi calcolare il tenore alcolico e i grammi di alcol del tuo Negroni con il calcolatore di Cocktail Engineering.

Tecnica di preparazione e ghiaccio

Tecnica stir eseguita con il termometro
Tecnica stir eseguita con il termometro

Il ghiaccio non è solo un elemento di servizio: nel Negroni diventa un ingrediente vero e proprio, perché determina la corretta diluizione e la temperatura finale del drink. Per questo motivo, parlare di ghiaccio significa inevitabilmente parlare anche di tecnica.

Molti manuali e scuole insegnano a preparare il Negroni con la tecnica build, cioè versando gli ingredienti direttamente nel bicchiere con il ghiaccio di servizio. È una pratica diffusa, ma non ideale: in questo modo il cocktail non raggiunge subito la giusta diluizione e il cliente riceve un drink troppo forte che si bilancia solo dopo qualche minuto.

Il Negroni, invece, va preparato con la tecnica stir, cioè miscelando gli ingredienti con ghiaccio a cubetti in un mixing glass (o anche direttamente nel bicchiere, se si lavora bene). Solo così si riesce a:

  • abbassare la temperatura della miscela,
  • aggiungere la giusta quantità di acqua,
  • servire un drink già equilibrato al primo sorso.

Una volta effettuato lo stir, il cocktail può essere versato nel bicchiere di servizio. Qui la scelta del ghiaccio fa la differenza:

  • cubetti → vanno bene per la preparazione e anche per il servizio;
  • cubo unico → è la soluzione ideale per il servizio, perché limita la diluizione secondaria e mantiene il drink più stabile nel tempo.

Un altro dettaglio tecnico importante è la misurazione della diluizione: i bartender più scrupolosi controllano la temperatura del liquido durante lo stir con un termometro, così da capire quando il drink ha raggiunto il punto ottimale. Non è indispensabile, ma è un ottimo modo per avere sempre la stessa qualità e ripetibilità.

In poche parole: nel Negroni ghiaccio e tecnica sono inseparabili. È proprio la gestione di questi due elementi che fa la differenza tra un cocktail appena “mischiato” e un Negroni veramente perfetto.

I consigli del barman

Il Negroni, pur essendo un grande classico, è un cocktail che offre molti spunti di riflessione tecnica. Ecco alcuni consigli pratici che possono aiutarti a portarlo al livello successivo:

Decorazione essenziale
Per un Negroni non serve altro che una scorza di agrume. È l’elemento che completa il bouquet aromatico senza aggiungere succo né alterare l’equilibrio del cocktail.

Tenore alcolico e grammi di alcol
In parti uguali, il Negroni non diluito raggiunge circa il 27 %vol, un valore piuttosto alto. Con una corretta diluizione durante lo stir, il drink scende intorno al 17 %vol, che è considerato un tenore alcolico medio e molto più piacevole da bere.

Ancora più utile, però, è calcolare i grammi assoluti di alcol: un Negroni con 30 ml di bitter a 25 %vol, 30 ml di gin a 40 %vol e 30 ml di vermouth a 16 %vol contiene circa 19,2 grammi di alcol. Questo dato aiuta a capire l’impatto reale della bevuta, indipendentemente dalla percezione in bocca.

👉 Se vuoi fare i tuoi calcoli con precisione puoi usare il calcolatore di Cocktail Engineering.

Bicchiere giusto
Il bicchiere ideale è un tumbler basso da circa 350 ml. Un esempio perfetto è il Bodega medio di Bormioli, elegante e minimale, molto pratico anche al bar perché impilabile. La cosa importante, al di là del design, è che la capienza sia attorno ai 35 cl: troppo piccolo rischierebbe di limitare il ghiaccio e quindi la stabilità del drink.

Twist sul Negroni

Su un banco bar Il cocktail Negroni Giallo servito in un bicchiere tipo tumbler basso con un chunk di ghiaccio e decorato con una scorza di limone. Accanto al cocktail una bottiglia di Sorbole, aperitivo al limone.
Negroni Giallo con Sorbole

Il Negroni è un cocktail talmente iconico da essere diventato terreno fertile per la creatività dei bartender. Negli ultimi anni, infatti, ha ispirato una miriade di reinterpretazioni, alcune più leggere, altre più aromatiche o addirittura scenografiche.

Eccone alcuni dei nostri twist:

  • Negroni Perpetuo
    Una versione firmata Giovanni Ceccarelli che nasce dall’idea di far invecchiare il Negroni in botte, come si fa con distillati e vini. Il risultato è un cocktail più morbido, rotondo e complesso, perfetto per stupire al bar o a casa.
  • Negroni Low Alcol
    Una ricetta che abbassa la gradazione fino al 5 %vol senza rinunciare al gusto. È l’alternativa ideale per chi vuole concedersi l’aperitivo senza eccessi, o deve guidare dopo.
  • Negroni Giallo
    Una variazione che sostituisce il classico bitter rosso con Sorbole, il primo bitter al limone prodotto dalla distilleria Distillering di Bologna. Il risultato è un Negroni luminoso, agrumato e sorprendentemente fresco.
  • Conte in Cantina
    Un’interpretazione di Mirko Turconi che arricchisce il Negroni con note vinose e strutturate grazie all’uso di Barbera e Barolo chinato. Un cocktail che richiama la tradizione piemontese e porta il calice direttamente in cantina.
  • Frizzy Rhubarb Negroni
    Una versione più leggera e vivace, arricchita da un tocco di effervescenza e dai sentori freschi di rabarbaro. Perfetta per chi ama i cocktail sparkling.
  • Negroni Colorato
    Qui il Negroni diventa una vera e propria tela da dipingere: un cocktail che gioca con il colore e l’estetica senza tradire l’equilibrio dei tre ingredienti principali.

Consigli di lettura

Se il Negroni ti affascina e vuoi approfondire la sua storia e gli ingredienti che lo compongono, ci sono alcuni testi fondamentali che non possono mancare nella tua libreria:

Questi testi sono il punto di partenza ideale per chi vuole passare dalla semplice degustazione alla conoscenza profonda della miscelazione italiana.

Conclusione

Il Negroni non è solo un cocktail: è un pezzo di storia della miscelazione italiana, un classico che ha saputo reinventarsi attraverso decenni di varianti e reinterpretazioni. Dietro la sua apparente semplicità si nasconde un equilibrio delicato, fatto di ingredienti da scegliere con cura, tecniche da rispettare e dettagli che fanno la differenza.

Che tu sia un appassionato alle prime armi o un bartender esperto, il Negroni resta un banco di prova: imparare a prepararlo bene significa entrare nel cuore della mixology italiana.

👉 Se vuoi approfondire questi temi, scoprire altre tecniche e restare aggiornato sul mondo dei cocktail, entra nell’Area PRO di Cocktail Engineering. Lì troverai contenuti esclusivi, articoli tecnici e ricette originali che ti aiuteranno a portare la tua passione o il tuo lavoro a un livello superiore.

E se desideri una formazione strutturata e completa, dai un’occhiata ai nostri corsi di Cocktail Engineering: un percorso pensato per chi vuole trasformare la curiosità in competenza.

Buona Miscelazione,
Giovanni

Autore

  • Giovanni Ceccarelli

    Sono l'ideatore e coordinatore del blog e del progetto Cocktail Engineering. Per pagarmi gli studi universitari dal 2007 ho iniziato a lavorare come bartender in diversi locali tra Pesaro, Fano e la Riviera romagnola. Nel 2010 mi sono laureato in Ingegneria Energetica (ben presto ho capito che questa non era la mia strada). Dal 2011 sono docente in Drink Factory nei corsi di Miscelazione Avanzata e Preparazioni Home made. Dal 2013 al 2016 ho scritto di scienza e cocktail sulla rivista BarTales. Nel 2016 ho aperto questo blog e lavoro come consulente per Vargros per il quale seleziono spezie ed altri ingredienti.

Autore
Giovanni Ceccarelli Divulgatore, docente, consulente