Tra le pagine della storia dei cocktail classici, il Between The Sheets sussurra racconti di proibizionismo e cambiamenti culturali. Il nome del suo inventore rimane sconosciuto, ma rispetto alle prime versioni del periodo del proibizionismo, la ricetta si è evoluta significativamente.
Inizialmente composto da Gin, Rum e Cointreau, il Between The sheets ha visto la sua ricetta cambiare attraverso i decenni con l’introduzione di diversi ingredienti quali Assenzio, Vermouth e persino crema di latte, riflettendo i gusti in cambiamento, la disponibilità dei componenti e le mode del periodo.
Nel 1930 Harry Craddock lo include nel “Savoy Cocktail Book”, con Brandy al posto del Gin, stabilendo una formula ampiamente riconosciuta e accettata anche ai giorni nostri.
La ricerca storica sui cocktail classici è spesso complicata dalla mancanza di dati storici precisi e dalle notizie frammentate.
Oggi non ti parlo di storia, ma comprendere le origini del cocktail “Between the Sheets” è importante non solo per contestualizzarlo storicamente, ma anche per riconoscere le influenze culturali e l’evoluzione che ha avuto nel tempo.
Se vuoi approfondire la storia di questo cocktail, puoi leggere la ricerca storiografica che il nostro storico Lucio Tucci ha pubblicato di recente in un articolo intitolato la storia del Between the Sheets. La comprensione storica ti permetterà anche di creare varianti moderne e “twist on classic” che rispettino le radici e il significato originale di questo drink.
Prima di passare alla ricetta e alla preparazione facciamo alcune considerazioni.
Iniziamo col dire che la ricetta di Harry Craddock del Savoy Cocktail Book prevede: Brandy, Bacardi Rum e Cointreau in parti uguali, con l’aggiunta di 1 Dash di succo di limone.
Come di certo saprai i prodotti del 1930 sono ben diversi dai prodotti di oggi: quasi tutti i brand adattano nel tempo i loro articoli alle esigenze dei consumatori. Ad esempio il Rum Bacardi che a quei tempi era prodotto a Cuba, oggi viene prodotto altrove e ha un profilo aromatico molto diverso.
Chi ha avuto l’opportunità di assaggiare un Rum Bacardi di quelle annate potrà confermare.
Per riproporre questa ricetta nel modo più fedele possibile credo sia necessario e doveroso bilanciare il drink in base agli ingredienti scelti, che devono essere quelli disponibili sul mercato odierno, ma devono anche rispettare l’essenza della ricetta originale.
La revisione della ricetta è necessaria anche perché l’espressione dei dosaggi in unità di misura miste porta a non avere un quadro preciso del bilanciamento: in questo caso abbiamo gli ingredienti alcolici indicati in frazioni mentre abbiamo il succo di limone in 1 Dash.
Per tradurre le frazioni in un dosaggio che possa essere coerente ho ragionato partendo dal bicchiere di servizio.
Stando a quanto riporta David Wondrich nel suo Imbibe, le coppette da cocktail di quel periodo avevano una capienza di circa 4 once, quindi circa 120 ml. Per capirci circa 30 ml in meno di una classica Nick&Nora.
Nella ricetta che vi propongo sono partito proprio da questo parametro per ottenere le dosi dei singoli ingredienti, tenendo anche conto dell’incremento di volume di circa 40-50 ml prodotto dalla diluizione durante la shakerata.
La questione del ‘Dash’ di succo di limone nella ricetta di Craddock merita una particolare attenzione. Tradizionalmente un ‘Dash’ è una quantità indefinita e un po’ soggettiva. Il problema è che questo ingrediente è fondamentale per il bilanciamento del cocktail.
Attraverso una serie di test ho esplorato la scala dei possibili dosaggi da 0.63 a 5 ml. Ritengo che una quantità maggiore non avrebbe avuto senso perché troppo distante da un ideale “Dash” della ricetta originale.
La ricerca di un equilibrio mi ha portato a stabilire che 5 ml di succo di limone siano il quantitativo ideale. Di certo siamo lontani da quello che potrebbe essere un “Dash”, ma trovo che questa quantità permetta al nostro palato contemporaneo (o perlomeno al mio) di apprezzare un cocktail che rispecchia il gusto classico del passato.
Per quanto riguarda il Rum ho optato per un Rum cubano light, probabilmente più simile al Bacardi di quell’epoca, mentre come Brandy ho scelto un prodotto italiano classico non troppo strutturato. Il Cointreau rimane invariato.
Il Between The Sheets preparato secondo la ricetta originale ha un profilo piuttosto spigoloso e non tanto armonico.
Ti confesso che ho fatto ulteriori test aggiungendo più succo di limone e sciroppo di zucchero ottenendo un risultato sì migliore, ma che si allontana troppo da quella che è l’essenza della ricetta originale.
Ed ecco gli ingredienti e la preparazione del Between The Sheets.
Ingredienti del Between the Sheets
- 25 ml Brandy
- 25 ml Rum Cubano Light
- 25 ml Cointreau
- 5 ml Succo fresco di Limone
Che cosa ti serve per fare il Between the Sheets
- Coppetta da 120 ml circa
- Paletta per il ghiaccio
- Jigger
- Shaker
- Strainer
- Colino a maglie fini
Come fare il Between the Sheets: la preparazione
- Versa gli ingredienti nello shaker con ghiaccio ben scolato dall’acqua;
- Shakera per raffreddare e diluire correttamente il drink;
- Versa in double strain nella coppetta raffreddata;
Between the Sheets è pronto
I consigli del barman
Scelta degli ingredienti
La scelta degli ingredienti riveste un ruolo cruciale in quanto, in un cocktail come questo, può veramente fare la differenza e dare direzioni diverse al drink. Mi sono attenuto attentamente alla ricetta originale. Per quanto riguarda Rum e Brandy ho optato per un Rum cubano (Havana 3), probabilmente più simile al Bacardi di quell’epoca, mentre come Brandy ho scelto un Brandy classico italiano. Il Cointreau rimane tale e quale.
Tenore alcolico e grammi di alcol
I grammi di alcol presenti nella ricetta che vi ho presentato sono 23.9. Il tenore alcolico del cocktail non diluito è del 37.8 %vol mentre dopo la shakerata supera di poco il 24 %vol.
Con questo tenore alcolico quindi si presenta come un drink dal tenore alcolico alto.
Bicchiere e decorazione
Sebbene la ricetta originale non preveda alcuna decorazione, personalmente ritengo che l’aggiunta di una sottile scorza di limone o arancia, magari ben posizionata sul bordo del bicchiere e non al suo interno, possa contribuire a rendere il cocktail più piacevole da un punto di vista estetico.
Per quanto concerne la scelta del bicchiere, suggerisco una coppetta dallo stile vintage o una raffinata nick&nora, per valorizzare ulteriormente la presentazione. Quella che vedete in foto è una piccola coppetta vintage da circa 130 ml.
Quando bere il drink e a che cliente è rivolto
Il cocktail, con il suo profilo spigoloso e un tenore alcolico elevato, insieme a una nota dolce moderata, può essere adatto sia come aperitivo vigoroso e intenso, che come cocktail da gustare dopo cena. Sicuramente apprezzato da chi predilige una bevuta strong.
Dal Between the Sheets è tutto. Spero che l’analisi di questo classico ti sia piaciuta e che ti sia utile per ragionare meglio sui tuoi Twist on Classic.
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Buona Miscelazione,
Matteo
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