Bilanciare un Martini con il bitter: oltre la ricetta

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Si può bilanciare un Martini con un bitter? 

La risposta è sì. In Distillering abbiamo recentemente lanciato Sorbole, un bitter al limone nato per alcune specifiche ricette, ma che ha dimostrato di avere un potenziale molto più ampio.

Con il nostro team abbiamo esplorato diversi modi di utilizzarlo, spingendoci oltre le convenzioni per esplorare diversi approcci della miscelazione.

Ma questo articolo non vuole essere solo una guida su come bilanciare un Martini con Sorbole. Vorrei piuttosto approfondire il concetto di bilanciamento in miscelazione, ma soprattutto il modo in cui possiamo approcciare un cocktail, andando oltre la ricetta e la semplice esecuzione tecnica.



I modi per approcciare la ricetta di un cocktail:

Quando si analizza un cocktail, si possono adottare diversi livelli di ragionamento. Si parte dal livello base, quello della ricetta, che prevede proporzioni fisse di ingredienti. Il passo successivo è la struttura, che introduce il concetto di bilanciamento tra gli elementi.

Un livello ancora più avanzato è l’abbinamento, in cui si mettono in relazione i sapori in modo più libero e creativo. Infine, il livello più concettuale è quello in cui il cocktail trascende le sue componenti e diventa un’idea: un simbolo culturale ed emozionale, come avviene per drink iconici come il Martini o il Mai Tai.

Comprendere questi step permette di sviluppare una visione più ampia e flessibile della miscelazione.

Pensare in termini di ricetta

Un bartender alle prime armi o con una visione rigida del mestiere tende a vedere i drink come semplici ricette da eseguire alla lettera. L’Americano, ad esempio, viene spesso definito con proporzioni fisse: 50% vermouth, 50% bitter e top di soda. 

Ma chi stabilisce queste proporzioni? E soprattutto, funzionano sempre con qualsiasi ingrediente?

La realtà è che i prodotti variano. Vermouth e bitter hanno livelli di zucchero diversi, spezie differenti e caratteristiche uniche. Seguire rigidamente una ricetta senza adattarla ai prodotti utilizzati può portare a risultati deludenti. Qui entra in gioco il secondo step: vedere le ricette come strutture.

Ragionare in termini di struttura

Quando iniziamo a concepire una ricetta come una struttura di bilanciamento, acquisiamo una maggiore flessibilità. Invece di fissarsi su proporzioni assolute, si cerca il miglior equilibrio possibile tra gli ingredienti. Un Americano, quindi, non è più un dogma, ma una combinazione da adattare ai prodotti disponibili.

Ma possiamo spingerci ancora oltre.

Approcciare i cocktail in base agli abbinamenti

Dimenticarsi delle ricette e delle strutture per concentrarsi sugli abbinamenti è un passo successivo nella miscelazione avanzata. In questa logica, alcuni drink iconici come Americano, Negroni e Milano-Torino non sono più semplici combinazioni di ingredienti, ma rappresentano grandi abbinamenti tra un prodotto a base vino (vermouth) e un elemento amaro (bitter).

Questo approccio permette di identificare pattern che si ripetono in diversi cocktail come ad esempio:

  • Vermouth + Whisky
  • Vermouth + Gin
  • Vermouth + Bitter

Ma c’è ancora un livello ulteriore.

Il cocktail come concetto

L’ultimo step è concepire il drink come un concetto culturale ed emozionale. Alcuni cocktail diventano iconici perché rappresentano più di un semplice bilanciamento di ingredienti. Un esempio lampante è il Mai Tai, che ha decine di varianti eppure rimane il simbolo del drink da vacanza esotica. 

Lo stesso vale per il Martini: non è solo una combinazione di gin e vermouth, ma uno stato d’animo, un’esperienza che cambia in base alle preferenze personali.

Nel caso del Martini con bitter, siamo andati oltre la ricetta, la struttura e l’abbinamento. Se non si specificasse che in questa versione non è presente il vermouth, molti non se ne accorgerebbero. Questo perché il cocktail riesce a evocare le sensazioni tipiche di un Martini pur senza rispettare la sua formula classica. È un esempio di come un drink possa trasformarsi in un’idea, un’esperienza che va oltre la somma dei suoi ingredienti

su un tavolo di legno 3 piccole coppette da cocktail contenenti 3 versioni di martini cocktail (secco, semisecco e morbido) bilanciati con Sorbole, bitter al limone.
Tre versioni di Martini Cocktail bialnciati con Sorbole

Tre versioni di Martini con Sorbole

Per esplorare il concetto di bilanciamento in un Martini, abbiamo sperimentato tre varianti utilizzando Sorbole. L’obiettivo era comprendere come le diverse proporzioni tra il bitter al limone, il gin e l’Old Tom Gin influenzino il profilo finale del drink. Abbiamo quindi sviluppato:

  • Una versione secca, con una predominanza di gin secco e una minore quantità di Sorbole, per chi apprezza un Martini più asciutto e deciso.
  • Una versione semisecca, che rappresenta un equilibrio tra le note agrumate e amare del Sorbole e la morbidezza dell’Old Tom Gin.
  • Una versione morbida, dove l’Old Tom Gin è più presente, donando al drink una sensazione più rotonda e vellutata.

Basandoci su questo approccio concettuale, abbiamo sperimentato tre versioni di Martini con Sorbole, esplorando diversi bilanciamenti:

Versione Secca

  • 15 ml Sorbole
  • 30 ml Old Tom Gin
  • 10 ml Gin Secco (es: Gin Basso Distillering)

Versione Semi-secca

  • 10 ml Sorbole
  • 45 ml Old Tom Gin

Versione Morbida

  • 15 ml Sorbole
  • 40 ml Old Tom Gin

Queste tre versioni dimostrano come la variazione di pochi millilitri possa influenzare in modo significativo il risultato finale

Chi cerca un drink più incisivo e asciutto potrà orientarsi sulla versione secca, mentre chi preferisce un Martini più morbido e avvolgente potrà apprezzare la versione più ricca di Old Tom Gin. La versione semisecca, invece, rappresenta un perfetto punto di equilibrio per chi desidera una via di mezzo tra struttura e rotondità.

Strumentazione necessaria per preparare il Martini con bitter

  • Coppetta da cocktail
  • Paletta per il ghiaccio
  • Mixing glass
  • Bar spoon
  • Strainer
  • Jigger
  • Pelapatate o zester per twist di limone

Preparazione

  1. Raffredda il bicchiere di servizio riempiendolo di ghiaccio mentre prepari il cocktail (o mantienilo in congelatore);
  2. Versa gli ingredienti scelti nel mixing glass con ghiaccio;
  3. Mescola delicatamente con il bar spoon, fino a raggiungere la giusta diluizione e raffreddamento;
  4. Filtra il cocktail con lo strainer direttamente nel bicchiere;
  5. Completa con un twist di limone, spremendo leggermente la scorza sopra il drink per rilasciare gli oli essenziali;

Il Martini con Sorbole è pronto

Bicchiere di servizio e decorazione

La scelta del bicchiere e della decorazione giusta è fondamentale per valorizzare l’esperienza di degustazione del Martini con Sorbole. In questo caso, il twist di limone è l’elemento chiave: non è una decorazione, perché non verrà inserito nel drink, ma completa il profilo aromatico aggiungendo un tocco di freschezza

Ecco alcuni consigli utili:

  • Il bicchiere ideale è una coppetta da Martini di circa 130 ml, che permette di contenere la giusta quantità di drink (con le dosi indicate).
  • Se si vogliono proporre più varianti senza eccedere nelle dosi, si può optare per una coppetta da 80 ml, ottenendo così una mezza dose.
  • Per evitare fuoriuscite durante il servizio al tavolo, è sempre consigliabile mantenere il livello del drink leggermente sotto il bordo, quindi scegli il bicchiere adatto anche in funzione di questo aspetto.
  • L’uso di twist di limone va dosato con attenzione: spremere la scorza da una distanza adeguata permette di rilasciare gli oli senza lasciare gocce eccessive sul liquido.

Tenore Alcolico

Il tenore alcolico delle tre versioni del Martini con Sorbole, dopo la diluizione ottenuta tramite la preparazione nel mixing glass, si attesta tra il 18,2% e il 19,3% vol. Questo intervallo è influenzato dalle proporzioni tra gli ingredienti e dalla quantità di diluizione data dal ghiaccio durante la miscelazione.

In termini di contenuto di alcol etilico, ogni variante contiene tra 15 e 16 grammi di alcol etilico. Indipendentemente dalla versione scelta, il cocktail verrà percepito con una gradazione alcolica medio-alta.

Per ottenere i dati sul tenore alcolico dei tuoi drink utilizza il nostro calcolatore

Conclusione: un approccio flessibile alla msicelazione

Bilanciare un Martini con un bitter non è solo una questione tecnica, ma un esercizio di flessibilità mentale. La miscelazione, proprio come l’ingegneria, richiede capacità di adattamento e pensiero critico. 

Sperimentare con diverse proporzioni e ingredienti permette di comprendere a fondo le dinamiche del bilanciamento e dell’abbinamento.

Questo approccio può sembrare poco “engineering”, ma in realtà è proprio il contrario. Essere precisi non significa seguire rigidamente delle regole fisse, ma saperle adattare in modo consapevole. Come spiego bene all’interno del Master Home Made PRO un bartender esperto, come un ingegnere, deve essere in grado di analizzare le variabili, riconoscere gli schemi e modificare i parametri per ottenere il miglior risultato possibile.

Oggi abbiamo esplorato tre varianti utilizzando Sorbole, ma questo metodo può essere applicato anche ad altri bitter. Provare con bitter rossi più classici, ad esempio, potrebbe portare a risultati diversi, poiché la loro maggiore amarezza e secchezza influenzerebbero l’equilibrio del drink. In questo caso, le proporzioni andrebbero riviste per evitare che l’amaro sovrasti il resto degli ingredienti.

Prova a realizzare queste varianti e a sperimentare con altri bitter per trovare il bilanciamento ideale e ricorda gli approcci ricetta, struttura, abbinamento o concetto: nessuno esclude l’altro, ma saperli padroneggiare tutti rende un bartender più consapevole e creativo.

E tu, quale versione preferisci? Hai provato con altri bitter?

Buona miscelazione
Giovanni

Autore

  • Giovanni Ceccarelli

    Sono l'ideatore e coordinatore del blog e del progetto Cocktail Engineering. Per pagarmi gli studi universitari dal 2007 ho iniziato a lavorare come bartender in diversi locali tra Pesaro, Fano e la Riviera romagnola. Nel 2010 mi sono laureato in Ingegneria Energetica (ben presto ho capito che questa non era la mia strada). Dal 2011 sono docente in Drink Factory nei corsi di Miscelazione Avanzata e Preparazioni Home made. Dal 2013 al 2016 ho scritto di scienza e cocktail sulla rivista BarTales. Nel 2016 ho aperto questo blog e lavoro come consulente per Vargros per il quale seleziono spezie ed altri ingredienti.

Autore
Giovanni Ceccarelli Divulgatore, docente, consulente