Storia del Bloody Mary [pt. 3]: il pomodoro era usato solo nel Bloody Mary?

6 min
La copertina del libro 200 selected drinks dove appaiono cocktail con pomodoro antenati del Bloody Mary

Finora abbiamo capito che la storia del Bloody Mary, o comunque quella che abbiamo potuto ricostruire ad oggi, è fortemente legata a Fernand Petiot e George Jessel.

Di Petiot abbiamo parlato nella parte 1 di questo percorso, mentre nella parte 2 abbiamo parlato di Jessel.

A questo punto però sorgono spontanee due domande.

La prima: in quel periodo, il pomodoro era utilizzato solo nel Bloody Mary?

La seconda: il pomodoro era già stato utilizzato in miscelazione prima del Bloody Mary?

Mi sono fatto queste domande perché se dovessimo identificare l’ingrediente più importante di questo drink, questo sarebbe sicuramente il pomodoro.

Capire se questo ingrediente era già diffuso e utilizzato quando, presumibilmente, il Bloody Mary è stato miscelato per la prima volta è molto importante. Le ricette, senza il contesto, ci fanno capire poco e possiamo giungere a conclusioni sbagliate.

Per cominciare rispondiamo prima alla seconda domanda ovvero se il pomodoro fosse già utilizzato in miscelazione prima del Bloody Mary.

La risposta è si, era già utilizzato.

La prima traccia storica scritta risale a più di 30 anni prima della presunta nascita del Bloody Mary.

La cosa curiosa è che era già stato miscelato con degli ingredienti che conosciamo molto bene!

Pomodoro, aceto, succo di limone, tabasco, sale e pepe sono stati precedentemente utilizzati nell’Oyster Cocktail, miscela che appare per la prima volta nel 1895.

1895 – Modern American Drinks by George J. Kappeler 
Oyster Cocktail
A few dashes lemon-juice in a tumbler, add a dash of Tabasco sauce, a teaspoonful of vinegar, a few dashes tomato catchup, six Blue Point oysters, with all their liquor; season to taste with pepper and salt. Mix and serve with spoon in the glass.

Il Libro di Kappeler dove appare la ricetta dell'Oyster cocktail, antenato del Bloody Mary

Limone, pomodoro, tabasco, aceto, pomodoro…una mix molto simile alla base analcolica del Bloody Mary. Mix ancora più simile se consideri che la Worchester non è altro che una salsa a base aceto e acciughe, quindi concettualmente molto vicina al mix aceto-ostriche presente nell’Oyster cocktail.

Quello che manca è la parte alcolica, che tuttavia, all’interno di questo drink, apparirà in seguito.

Nel libro Two Hundred Selected Drinks di Knut W. Sundin, pubblicato nel 1930, troviamo due versioni dell’Oyster Cocktail, entrambe con la presenza di un prodotto alcolico, ma non Vodka. Nella versione Prairie scompaiono le ostriche.

Prairie Oyster Cocktail. 
Fill a shaker half full of broken ice and add:

2 teaspoonful of Worcester sauce 
2 teaspoonful of Brandy
1 teaspoonful of Vinegar 
1 teaspoonful of Tomato Ketchup.
 

Shake well, strain into a large cocktail glass and add red pepper, fill up with sherry wine and serve with a teaspoon. 

Oyster Cocktail. 
Take a portwine glass and add: 
2 teaspoonful of Tomato Ketchup 
2 cleaned oysters 

Fill up with dry Sherry wine, add half a slice of a lemon, serve with a teaspoon. 

Il fatto che 30 anni prima fosse stato miscelato un drink con la parte analcolica praticamente uguale al Bloody Mary non vuol dire automaticamente che i nostri due protagonisti si siano ispirati all’Oyster cocktail.

In questo caso però questo dubbio che sicuramente avrai avuto anche tu leggendo questo articolo è stato confermato dallo stesso Petiot nel 1959: Petiot si è ispirato al Prairie Oyster.

1959 – “GQ – Gentlemen’s Quarterly” – October

The most formidable of all vodka concoctions is the Bloody Mary. The inventor is a fifty-eight-year old Frenchman, Ferdinant Petiot, who during the 1920’g tended a bar at “Harry’s New York’ in Paris. After Prohibition was repealed, M. Petiot was summoned to New York in 1933 to set up the bars in the St. Regis Hotel and train a staff of barmen. In 1934, Prince Serge Obolensky was made managing director of the hotel and he, naturally, installed a supply of vodka; in fact, the first shipment of American vodka went to the St. Regis.

Petiot says that the Bloody Mary is derived from the Prairie Oyster, a famous Prohibition hangover remedy.

This was made with sherry, Worcestershire sauce, tomato juice, red pepper, and the yolk of an egg. One morning, Prince Obolensky came into the King Cole Room of the St. Regis. He asked Petiot to make him a morning-after stimulant with vodka. Petiot experimented with one combination after another until he hit upon the recipe. 

GQ – 1959

La dichiarazione di Petiot di essersi ispirato al Prairie Oyster non mi è chiaramente bastata e sono quindi andato a ricercare in giornali dell’epoca se fossero presenti della tracce di miscele di pomodoro e un qualche prodotto alcolico o, più in generale, se il succo di pomodoro fosse consumato come bevanda.

Ho ricercato nei testi degli anni ’20, per rispondere quindi alla nostra prima domanda: il pomodoro era usato solo nel Bloody Mary in quegli anni?

La risposta, abbastanza scontata, è no. Come è facile immaginare il succo pomodoro era consumato anche come drink a se stante oppure miscelato con altri ingredienti.

Innanzitutto un interessante aneddoto del 1917 ci testimonia il suo primo utilizzo al French Lick Springs Hotel di Orange County, nell’Indiana.

In 1917, Donald Ross — a well-known golf architect — was hired to design and build the French Lick Springs Golf Course two miles southwest of French Lick Springs Hotel. The locals referred to it as “The Hill Course.” Completed in three years, Ross’s course consisted of unconventional bunkers and steep curves. Also in 1917 while the Ross Course was under construction, world-famous chef Louis Perrin created the first tomato juice as a drink after he ran out of oranges one morning at the resort and could not serve the traditional orange juice.

Nel 1929 troviamo invece questa traccia che tra l’altro questa è una delle prime menzioni del succo di pomodoro miscelato con del gin

1929 – 19 January – Rochester Evening Journal and the Post Express
“A popular cocktail diversion of the moment is composed of equal parts tomato juice and gin. The juice of the tomato is reputed to frustrate next morning’s parade of “the Brooklyn boys” over the transom. Broadway seizes upon any panacea for the day after throb with a fervor. A few months ago it was kraut juice.”

Per i più curiosi: The Brooklyn Boys è un termine gergale (slang), coniato verso la fine del XIX secolo, per identificare il delirium tremens, cioè ”uno stato confusionale di rapida insorgenza che di solito è causato dall’astinenza da alcool in soggetti affetti da alcolismo cronico”.

Un’altra fonte è invece datata 1928.

1928 – 26 July –  The Toledo News-Bee 
Tomato Juice contains vitamins essential to the body and hence it is an exceptionally good drink”. he added.

He said it now fashionable to serve “tomato juice cocktails” – non-alcoholic.

“Non-alcoholic cordials are big sellers, but in many cases people add alcohol to these beverages and make them up into concoctions that defy the law” Sales said.

Sempre nel 1928 vediamo apparire anche il Tomato Juice Cocktail citato in diversi giornali americani sopratutto per il succo di pomodoro utile come alimento per i bambini e, successivamente, nei ricettari dell’epoca.

1928 – 25 May – Milford Chronicle. 
Tomato Juice Cocktail
Strain the contents of a No.3 can of tomatoes (16 ounce of strained juice),
one teaspoon salt
one and one-half teaspoons malt vinegar,
one and one-half teaspoon lemon juice,
two-fifths teaspoon Worcestershire sauce and 
six drops of tabasco sauce.

Shake, or mix thoroughly and serve ice cold. This recipe will serve eight persons.

1928 – 16 November – Milford Chronicle.
Tomato juice for babies is men­tioned thus by Dr. A. F. Hess of Columbia University: “Canned to­matoes is the most serviceable antiscorbutic for artificially fed infants. It is well borne, inexpensive and available. From the nutritional standpoint it may be regarded as a palatable solution of the three vita­mins and should be fed to such infants at the rate of 30 grams per day.”

1929 – Here’s How Again! by Judge Jr., 
The Tomato Cocktail (Non-alcoholic)

This very simple concoction is guaranteed to pick you up no matter how low you have fallen. Take a can of tomato soup and place in a shaker full of ice. Add a few dashes of Worcestershire Sauce and shake well.”

Ora che siete arrivati a questo punto, alla luce anche di queste informazioni, è ora di mettere un punto a tutta questa storia.

Se ci limitiamo a valutare le versioni di Petiot e Jessel, sulla base dei documenti e informazioni disponibili legate a questi due personaggi, è impossibile affermare con certezza chi tra i due sia stato il primo a miscelare il Bloody Mary.

Sicuramente il tempo ci darà nuove informazioni e probabilmente potremo capire meglio il loro ruolo in questa storia.

Sono certo che il loro coinvolgimento con il drink si potrebbe riassumere sostanzialmente nell’ultima intervista di Fernand Petiot del 1964: ”Ho iniziato io il Bloody Mary di oggi. George Jessel ha detto di averlo creato lui, ma in realtà non era altro che vodka e succo di pomodoro”.

Tenute però in considerazione le tracce (parzialmente) riportate in questo articolo, che ci fanno capire il contesto e le bevande che andavano all’epoca, la visione cambia molto.

Sono sempre più convinto che il Bloody Mary si sia evoluto a partire dall’introduzione del succo di pomodoro nel mercato del beverage e con il tempo si è arrivati alla ricetta attuale.

Un periodo storico in cui la prerogativa era quella di abbattere il consumo dell’alcol, un prodotto consigliato per le sue proprietà nutrizionali e che allo stesso tempo era ottimo elemento per nascondere l’utilizzo dell’alcol, la successiva fine del proibizionismo e l’incontro con l’estro dei barman, hanno portato nel tempo alla realizzazione della ricetta di oggi.

Il succo di pomodoro fu sicuramente una nuova opportunità per i barman di creare nuove bevande miscelate.

La storia del Bloody Mary potrebbe finire qui, ma ho deciso di approfondire ulteriormente. Nel prossimo articolo ti racconterò del pomodoro e del Bloody Mary in Italia.

Buona Miscelazione,
Lucio

Autore

  • Lucio Tucci

    Sono un barman che nel corso degli anni ha avuto esperienze lavorative sia come imprenditore che come dipendente. Circa 15 anni fa ho iniziato ad interessarmi in maniera costante nella ricerca di informazioni e tracce storiche. Negli anni ho collezionato testi, documenti, articoli per riuscire ad analizzare quello che era la storia di ogni singolo cocktails. Sono autore del libro L'ora dell'Americano, HOEPLI editore. Dal 2023 faccio parte del team Cocktail Engineering.

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