Storia del Bloody Mary [pt. 1]: Fernand Petiot

5 min
Una foto storica del Bloody Mary e vodka smirnoff

Il Bloody Mary è un grande classico della miscelazione e la sua storia è intricata e affascinante.

D’altronde, come non potrebbe esserlo? Il Bloody Mary è un drink iconico, uno tra i più conosciuti e bevuti al Mondo. Chi non vorrebbe poter dire di averlo inventato?

In questo articolo, che ho suddiviso in 4 parti, ricostruiremo ciò che sappiamo sulla storia del Bloody Mary, dalle origini fino ai giorni nostri.

Ti avviso però che ti dovrai armare di pazienza, quella che stai per leggere è una ricerca storiografica approfondita e dettagliata.

Una foto di Fernand Petiot al lavoro al bar
Fernand Petiot

Per scriverla ho ricercato per anni tra centinaia e centinaia di fonti: ricettari, articoli di giornale, interviste esclusive. Per ovvie ragioni non le ho riportate tutte, ma ho riportato solo quelle necessarie alla nostra narrazione. 

Cominciamo subito.

Leggendo online, o anche su alcuni libri di cocktail, si legge spesso che il Bloody Mary è stato inventato da Fernand Petiot.

In realtà i principali protagonisti di questa storia sono due e sono stati entrambi determinanti per l’evoluzione e la realizzazione della ricetta attuale. 

Oltre Fernand “Pete” Petiot l’altro nome da tenere a mente è George Jessel

Una foto di George Jessel, probabile inventore del Bloody Mary
George Jessel

Chi dei due ha inventato il Bloody Mary?

Sono stati veramente loro ad inventarlo oppure è una semplice evoluzione di altri modi di bere?

E il nome da cosa deriva veramente?

Per rispondere a queste domande dobbiamo, inizialmente, analizzare la storia del Bloody Mary di Petiot e quella di Jessel separatamente, per poi tratte le nostre conclusioni.

Cominciamo con Fernand Petiot.

Fernand “Pete” Petiot

Fernand Petiot è stato un barman di origine Francese, soprannominato Pete e The Frog.

Nato a Parigi il 18 Febbraio del 1900, inizia la sua carriera aiutando i propri genitori nella gestione di una pensione di 60 camere, in cucina, al fianco della madre.

All’età di 16 anni, con un impiego da apprendista, si troverà a muovere i primi passi nel mondo del bar in uno dei più importati locali della capitale parigina: il famoso New York Bar. 

All’epoca il bar eraancora sotto la gestione dell’ex fantino americano Tod Sloan, che ben presto vendette al suo ex barista Harry MacElhone che gli cambiò nome in Harry’s New York Bar.

A fine carriera, nel dicembre 1966, sul giornale The Akron Beacon Journal, Petiot dichiarerà che fu proprio all’Harry’s New York bar che miscelò per la prima volta la vodka con il succo di pomodoro.

“It was a time when Prohibition was making inroads in America and vodka was beginning to flow out of Russia […] We had just been to a little Russian place in Paris and we came back to Harry’s to try to mix something with vodka […] So began to experiment and finally poured a glass half full of tomato juice and to the brim with vodka.”

Da quel che sappiamo quindi Petiot iniziò a sperimentare il mix tra vodka e succo di pomodoro nei primi anni ’20 all’ Harry’s New York Bar di Parigi

Nel 1925 Petiot deciderà di intraprendere un viaggio per un breve periodo in America (a Canton) per imparare la lingua inglese e scoprire cosa stesse succedendo negli Stati Uniti.

Il periodo di permanenza era stato programmato per sei mesi ma vi rimase per 3 anni lavorando come assistente manager al Canton Club. Qui si sposò per una seconda volta con Ruth Johnson. 

Dopo diversi anni Pete approdò al King Cole Bar del Saint Regis Hotel grazie alla conoscenza avuta con la Sig.ra Mary Duke Biddle, cosi come sarà riportato in un articolo del periodico “The New Yorker” del 18 luglio del 1964. 

Rappresentazione della King Cole Room

Un aneddoto racconta che fu proprio al St. Regis Hotel che Fernand Petiot servì il Bloody Mary al principe russo Serge Obolensky che voleva un drink molto piccante: fu in questa occasione che Pete aggiunse alla ricetta il tabasco.

Petiot si ritirò dall’attività da professionista nel 1966 e morirà all’età di 74 anni nei primi di gennaio del 1975.

Stralcio di giornale che riporta la morte di Petiot, probabile inventore del Bloody Mary. Storia del Bloody Mary

Bloody Mary: origine del nome nella timeline Petiot

Ma come ebbe origine il nome del cocktail o per lo più Fernand “Pete” Petiot da che cosa fu ispirato?

Maria la sanguinaria. C'entra con la storia del Bloody Mary? Il drink è a lei dedicato?

Sono molte le supposizioni e tra queste viene raccontato che il nome fu preso dalla regina Maria Tudor d’Inghilterra, figlia di Henry VIII e Caterina d’Aragona che regnò sull’Inghilterra dal 1553 al 1558.

Cattolica, intransigente come la madre, fu soprannominata Bloody Mary – Maria la sanguinaria – per la sua ferocia contro la Chiesa riformata dal padre e i suoi seguaci.

Un altra ipotesi è legata Roy Barton, uomo americano del mondo dello spettacolo e cliente di Fernand, che suggerì il nome Bloody Mary perché gli riportava alla memoria un club di Chicago conosciuto col nome di Bucket of Blood. Molti gli articoli di riferimento nel 1975 su giornali americani di questa ipotesi.

Un altra supposizione viene riportata da Dale Degroff nel suo libro The Essential Cocktail: The Art of Mixing Perfect Drinks.

Nel libro di Degroff c'è un'intervista a Duncan MacElhone che aggiunge un'aneddoto importante alla storia del bloody mary

Vi riporto qua sotto lo stralcio:

“Duncan MacElhone, Harry MacElhone’s grandson, told me in a phone interview in 1997 (four years before his premature death) that Pete served the drink to a lady named Mary who sat at the bar for long hours pining for a boyfriend who seldom kept appointments with her; Pete named the drink after her. In Duncan’s words, “That’s the story I was told, and it is good enough for me!”

Praticamente il nipote di Harry MacElhone (il proprietario dell’Harry’s New York Bar) sostiene che Petiot dedicò il drink ad una cliente di nome Mary.

Sappiamo però che il Bloody Mary era conosciuto anche con un altro nome, e questo nome è Red Snapper.

Dal Bloody Mary al Red Snapper: cambio del nome

Un interessante particolare sulla creazione del drink avviene intorno al 1935, anno in cui Petiot svolse la sua professione al “King Cole Bar del St. Regis Hotel”.

Il King Cole Bar era un luogo elegante, dove il proprietario Vincent Astor contestò il nome del cocktail al barman francese, troppo inadeguato per quel tipo di clientela.

Sembra che fu questo il motivo che portò al cambiamento del nome in Red Snapper.

Alcuni ricercatori suppongono che la scelta del nome Red Snapper sia dovuto probabilmente dalla popolarità di una salsa piccante che avrebbe potuto ispirare Astor o, probabilmente Fernard Petiot, nella scelta del nome.

Secondo altre fonti potrebbe essere semplicemente dovuto per la passione per la pesca di Vincent Astor. Red Snapper è infatti il dentice rosso.

Alcune fonti sostengono che in questa occasione lo spirito di base del drink cambiò: dalla vodka si passo al gin per il difficile reperimento della vodka negli Stati Uniti d’America (solo dopo anni di promozione dal 1940 da parte della Heublein Company e quindi della Smirnoff Vodka, il distillato prese piede per tutto il continente).

Prima di salutarci, ti invito a leggere la seconda parte della nostra storia.

Nella seconda parte conosceremo George Jessel ed entreremo nel vivo della Bloody Mary War: Petiot e Jessel sostengono entrambi di aver inventato il Bloody Mary. Un’intervista esclusiva potrebbe però mettere indicare un vincitore…a meno di colpi di scena!

Buona miscelazione,
Lucio

Autore

  • Lucio Tucci

    Sono un barman che nel corso degli anni ha avuto esperienze lavorative sia come imprenditore che come dipendente. Circa 15 anni fa ho iniziato ad interessarmi in maniera costante nella ricerca di informazioni e tracce storiche. Negli anni ho collezionato testi, documenti, articoli per riuscire ad analizzare quello che era la storia di ogni singolo cocktails. Sono autore del libro L'ora dell'Americano, HOEPLI editore. Dal 2023 faccio parte del team Cocktail Engineering.

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