Storia del Bloody Mary [pt. 4]: l’arrivo in Italia

7 min
Il pomodoro si beve, opuscolo del succo di pomodoro della Cirio

Finora abbiamo documentato l’evoluzione del Bloody Mary negli Stati Uniti, ma non sappiamo ancora nulla di che cosa sia successo in Italia.

L’Italia è sempre stata attenta alle nuove mode oltre oceano, ne abbiamo già testimonianze (parlando nel mondo del bartending) già intorno alla fine del XIX secolo con romanzi o testi pubblicati da scrittori/turisti del Nuovo Mondo.

E così succede anche dal 1932 quando in alcune riviste italiane viene citato l’utilizzo del pomodoro come una nuova bevanda e non come alimento.

Opuscolo 'un bicchiere di pomodoro ghiacciato' della Cirio

Vi riporto qua sotto alcuni stralci tratti da queste riviste che, da storico, vi consiglio di leggere perché ci fanno capire come un ingrediente per noi oggi scontato era all’epoca un elemento di novità.

1932 – Gennaio – Anno XXVIII – Fasc. 627 – La Rivista Agricola 
Norme pratiche per la coltivazione e raccolta del pomodoro da esportare.

“Praticamente, adunque, le vitamine, nel cui abbondante contenuto consistono particolarmente le qualità igieniche del pomodoro, erano note fin dal tempo degli aztechi; in Italia si mangiava il pomodoro in tutte le guise prima che venissero i professori a spiegare le virtù; il “pomme d’amour”, come si designava nei primi tempi in Francia questa succolenta ortaglia, divenne il “ pomo d’oro “ per gli orticoltori d’Italia che ne ricavano proventi cospieni e “u sugo de pommarola”, oggi aristocraticamente designato come “Tomato cocktail”; è una novità colla barba più lunga di quella del gran patriarca Mosè.”

1932 – Febbraio – Anno VII – Fascicolo II – L’Organizzazione Scientifica del Lavoro
Produzione e standardizzazione del succo di pomodoro negli Stati Uniti.

“Il succo naturale di pomodoro ha recentemente allargato in America il successo, poichè viene adoperato come cocktail e al posto della zuppa calda, come bibita rinfrescante. Date le grandi possibilità di consumo di questo prodotto, chiamato Tomato Juice, i fabbricanti seguono con cura i processi relativi alla fabbricazione mirando a produrlo con caratteristiche standard ed esente da speciali odori…”

Oltre a questo riviste tecniche, è interessante notare come nel giro di pochi anni l’interesse per questo nuovo prodotto crescerà da parte di una storica e nota azienda italiana, la Cirio, azienda piemontese fondata nel lontano 1836 da Francesco Cirio.

Le pubblicità dell’epoca della Cirio sono diventate oggi importanti tracce storiche per capire l’arrivo e l’evoluzione, in Italia, delle bevande miscelate con il succo di pomodoro.

1936 – Opuscolo pubblicitario della Cirio “Il pomodoro si beve“
Un bicchiere di pomodoro ghiacciato

Opuscolo del succo di pomodoro della cirio: il pomodoro si beve

Ma proprio davvero? Il succo di pomodoro si può bere?

Tale e quale come si può bere il succo del limone, dell’arancio, dell’uva. Con la sola differenza che all’aranciata, alla limonata siamo avvezzi per tradizione, mentre al pomodoro pensiamo, noi italiani, come a un condimento delizioso, o ad un’ottima insalata cruda, o magari a una salsa saporitissima, da mangiarsi a sè, con un cantuccio di pane; ma mai come a una bevanda.

Qui da noi, nemmeno il palato più arso, nell’estate più torrida, desidera «una buona bevuta» di pomodoro ghiacciato, in momenti nei quali darebbe chi sa che cosa per un sorso di succo di limone o d’arancio stemperato nell’acqua.

Abbiamo torto. Gli americani, che si bevono ogni anno decine di milioni di litri di pomodoro, i popoli nordici presso i quali di pomodoro come una gradevolissima bevanda rinfrescante.

In America lo si considera un aperitivo insuperabile; c’è chi vi aggiunge un pizzico di sale e qualche goccia di limone; c’è chi, oltre al sale, ci mette un bicchierino d’un vino bianco dolce e molto alcoolico, Malaga, Xeres, Marsala, Porto; c’è chi arriva – e questo risponde forse meno al nostro gusto – fino a un preparato con qualche goccia di Worcester Sauce. Comunque, prevale sempre la componente « pomodoro »: e proprio nella sua forma biologicamente più simile al frutto maturo, quella del « Succo ».

Oggi in Italia l’abitudine è ancora di pochi, di pochissimi. Ma non passerà molto e sul banco d’ogni bar che si rispetti, accanto allo spremiaranci o alle bottiglie dei succhi d’agrumi già preparati con acque minerali, si troverà la piccola elegante ghiacciaia da cui i barattoli di succo di pomodoro saranno tolti di continuo, per andare ad arrubinare il cristallo dei bicchieri posati in fila uno accanto all’altro.

1936 – Pubblicità dell’ azienda Cirio

Pubblicità del succo di pomodoro della cirio
Pubblicità del succo di pomodoro della cirio

Assai graditi sono i così detti cocktails di pomidoro che rappresentano delle bevande sane, toniche, aperitive, assai piacevoli al gusto.

Ecco le formule dei cocktails più graditi per dosi di circa un decimo di litro di succo di pomidoro

ABC da servirsi molto freddi, ripassati con ghiaccio nei soliti shakers:

1° – Un pizzico di sale e mezzo bicchiere di marsala.

2° – Un pizzico di sale, poche gocce di elixir di china o di fernet come tonico ed aperitivo insuperabile.

Domandate sempre il succo di pomidoro ABC

Anche il Bloody Mary non tarderà ad arrivare e anche questo drink fu un elemento di novità.

Di questo cocktail troviamo traccia non solo nei soliti articoli di giornale ma anche nei ricettari dell’epoca.

1953 – 21 Giugno – La Nuova Stampa

Scendono dal vagone letto Errol Flynn, la moglie e il cane. Prima di sedersi a tavola esamina con molta attenzione i “piatti” allineati sul banco (“Ha visto con che occhi ha guardato l’arrosto?”, fa osservare un galoppino del produttore) e beve un aperitivo composto di pomodoro, vodka e pepe. Tenta di farlo bere alla moglie ma è invano”.

1957 – 29 – 30 Novembre – Stampa Sera
Lo sciupìo della vita

Janet adesso stava a New York, con un padre bello, ricco, ma alcoolizzato e la madre bella e giovane, ma malata in una casa di salute. Couriney era a Hollywood, da sua madre. Questa madre, Sandra Farrel, attrice fallita, già due volte divorziata, carica di debiti, cercava di consolarsi e di illudersi con abbondanti libagioni di Bloody Mary, cocktail particolarmente incendiari. Di questi cocktails se ne trovano dappertutto nel piccolo appartamento e a qualunque ora, di notte, di giorno, bicchieri pieni e vuoti, in camera, nel bagno, in salotto.

1961 – 11 Agosto – Stampa Sera

A Sestri Levante per Ferragosto i villeggianti dormono nelle barche

… sul pontone ancorato in baia, dinanzi ai “night club” si consumano “cocktails” (250 lire) “Bloody Mary” con succo di pomodoro sale e pepe.

Nel 1963 invece, Paolo Monelli, presenterà il Bloody Mary come un rimedio post-sbronza.

Il libro di Paolo Monelli “O.P., ossia, Il vero bevitore’’ nel quale si parla di Bloody Mary

Per chi non lo conoscesse, Paolo Monelli (1891 – 1984) è stato un giornalista e scrittore italiano che ha pubblicato diversi libri nella sua carriera professionale, tra cui “O.P., ossia, Il vero bevitore’’ itinerario gastronomico ed enologico di cui non farà a meno di scrivere di bevande miscelate come il nostro Negroni.

Monelli scrisse inoltre diversi articoli di giornale su argomenti inerenti al mondo del bar e di manifestazioni dell’Aibes.

1963 – O.P., ossia, Il vero bevitore di Paolo Monelli

[….]

Se domattina al risveglio si sentirà la testa greve e la bocca impastata, quella sensazione sgradevole che gli americani chiamano hangover e il Redi spranghetta, poco male; un po’ di bicarbonato nell’acqua di seltz, un bel bicchierone di grappa a digiuno, un Bloody Mary e il malessere passerà. I vecchi che bevono vino hanno uno stomaco di struzzo.

[….]

Ecco la ricetta del Bloody Mary, letteralmente « sanguinaria Maria », come l’ho imparata l’anno 1956 da Mr. Frank Snowden, addetto culturale presso l’ambasciata degli Stati Uniti d’America. Si mette in un bicchiere di un quarto di litro due terzi di sugo di pomodoro, un cucchiaio di salsa di Worcester, una buona porzione di wodka, e si cosparge il tutto di pepe nero; e lo si manda giù, chi può, tutto d’un fiato. Il Bloody Mary appartiene alla categoria dei pick-ups, dei tirasù, quelli che si bevono la mattina dopo la sbronza; ma mi ha affermato Mr. Snowden che essa è anche ottima bevanda preventiva, della classe di cui ho detto alla fine del capitolo quarto; cioè tale che bevuta prima del simposio giova a conservare a lungo immune lo stomaco ed intatta la mente dai fumi del vino.

Questo parte del libro sarà presente in un articolo sempre scritto da Paolo Monelli nel marzo del 1964 nel giornale “La Stampa” – “Preparare buoni Cocktails è una scienza che non si può lasciare ai dilettanti.’’

Sempre nel 1963, sul manuale per barman di Veronelli, appare la ricetta del Bloody Mary.

1963 – I Cocktails di Luigi Veronelli

Bloody Mary

1 bicchiere e 1/3 da cocktail di succo di pomodoro 
2/3 di bicchiere da cocktail di vodka 
1 cucchiaino di succo di limone spremuto dalla sola polpa
un pizzico di sale e di pepe 

1 spruzzo di Worcestershire sauce ghiaccio a cubetti 

Riempire lo shaker fino a 1/3 della sua altezza con ghiaccio. Aggiungere il succo di pomodoro, la vodka, il succo di limone, la Worcestershire sauce, il sale e il pepe. Chiudere lo shaker, agitarlo vigorosamente, farlo riposare un secondo, riprendere infine ad agitare ma lentamente. Servire subito in tumblers piccoli. 

1963 – 1 Dicembre – Rivista “Epoca”
Pubblicità della vodka Smirnoff

La pubblicità del Bloody Mary di Vodka Smirnoff

“Ha conquistato l’America.  Chiedete al Bar le bevande che oggi, in America, sono di gran moda: Uno “Screwdriver” (Cacciavite): succo d’arancio e Vodka Smirnoff o un “Bloody Mary”: succo di pomodoro e Vodka Smirnoff. Smirnoff non altera i sapori e rende digeribili e dissetanti le bevande.”

Un’ultima curiosità.

Nel 1965 dall’idea di seguire il successo dei grandi film dell’agente 007, verrà prodotto, in Italia, Agente 007 missione Bloody Mary girato tra Italia, Francia e Spagna.

Con questa curiosità si conclude il nostro viaggio alla scoperta della Storia del Bloody Mary.

Come già scritto nel terzo articolo, credo che il Bloody Mary non sia stato inventato tout-court da Petiot o da Jessel, quanto sia sia evoluto a seguito dell’introduzione del succo di pomodoro come bevanda.

Buona Miscelazione,
Lucio

Autore

  • Lucio Tucci

    Sono un barman che nel corso degli anni ha avuto esperienze lavorative sia come imprenditore che come dipendente. Circa 15 anni fa ho iniziato ad interessarmi in maniera costante nella ricerca di informazioni e tracce storiche. Negli anni ho collezionato testi, documenti, articoli per riuscire ad analizzare quello che era la storia di ogni singolo cocktails. Sono autore del libro L'ora dell'Americano, HOEPLI editore. Dal 2023 faccio parte del team Cocktail Engineering.

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