Threads: il social che (forse) non mancava

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Ti ricordi Clubhouse?

Unica nel panorama dei social media, questa app si concentrava esclusivamente sull’audio in tempo reale, senza testo o video. Nel 2021, aveva registrato una crescita esponenziale di nuovi utenti, con milioni di iscritti nell’arco di pochi mesi e sembrava destinata a diventare il nuovo social di massa.

Tuttavia, si è rivelata l’ennesima stella cometa: dopo essere stata in hype per un breve periodo, grazie anche ad una strategia di lancio molto interessante, si è inabissata altrettanto velocemente.

Cosa c’entra Threads con Clubhouse?

Le loro parabole sembrano assomigliare parecchio.

Andiamo con ordine. Threads è la nuova piattaforma di social media di Meta, concepita e lanciata come un’ app innovativa per la condivisione di testi dal team di Instagram. La piattaforma è stata ufficialmente lanciata il 5 luglio 2023, con l’obiettivo di offrire uno spazio per aggiornamenti in tempo reale e conversazioni pubbliche, concentrandosi sui contenuti basati su testo. Una specie di Twitter/X, per intenderci.

Le sue funzionalità includono la pubblicazione di thread fino a 500 caratteri, che possono includere link, foto e video fino a 5 minuti di lunghezza. Per migliorare l’esperienza dell’utente, Threads ha integrato funzioni come la condivisione di thread su Instagram DM, la modifica delle descrizioni alt-text per foto e video e un’opzione per un feed cronologico.

Per popolare molto velocemente questa nuova piattaforma, Meta ha scelto di permettere agli utenti di accedere utilizzando il loro account Instagram. In questo modo, è riuscita ad ottenere la crescita più rapida mai avuta da un’app, ma ad un prezzo molto caro. Infatti, ha perso il 97% degli utenti attivi negli Stati Uniti in pochi mesi.

In pratica, il team Meta ha puntato fortissimo sul Network Effect, ovvero quel fenomeno per cui il valore di un prodotto o servizio aumenta man mano che il numero di suoi utenti cresce. Nel fare questo, è stato però tralasciato un aspetto decisivo: ogni Social Media si basa unicamente su engagement e retention dei propri utenti. Le persone una volta fatte atterrare dentro al social di turno, devono anche rimanerci e qui sta cascando l’asino per Threads.

I motivi di quello che sta diventando sempre di più un fallimento annunciato, sono molteplici, ma tutti legati alla stessa strategia di lancio.

I social che hanno funzionato in passato, come ad esempio Facebook, sono sempre partiti da un gruppo piccolo e omogeneo di utenti chiamati anche Early Adopter. Loro hanno scelto gli argomenti di cui parlare ed il modo in cui farlo e si sono messi a seguire i primi creator della piattaforma.

A quel punto, ecco nascere gli influencer, che rappresentano l’hard side della piattaforma, che attirerà utenti da fuori e manterrà attivi gli utenti esistenti. Threads ha ignorato tutto questo, buttando letteralmente tutti gli utenti di Instagram dentro a Threads.

Senza dilungarmi troppo nei tecnicismi, la domanda che ti faccio è perché abbiano scelto di travasare un gruppo di pesci rossi da una bolla di vetro ad un fiume del Nevada. Spingere gli utenti di Instagram su un’altra piattaforma dell’ecosistema Meta, che sembra un ibrido tra i social del gruppo già esistenti, può forse essere letto come il tentativo di dare un impulso di novità all’intera galassia dei social, sempre più messa in discussione ed incapace di un vero rinnovamento?

Lato utente, ti chiedo se tu sentissi il bisogno di scaricare l’ennesima social app e di splittare ulteriormente il tuo tempo su questa ennesima trappola per topi. Personalmente, la mia risposta è no e, in tutta franchezza, mi auguro che l’ esperimento di Threads naufraghi molto velocemente.

L’epoca dei social ha probabilmente già toccato il suo punto di massimo splendore e la recente italianissima caduta degli dei, firmata Chiara Ferragni e Balocco, ha ulteriormente contribuito a mettere in discussione un sistema le cui crepe sono sempre più evidenti.

Quindi, sentiremo la mancanza di Threads? Per me, no. Grazie lo stesso Mark!

Pier

Autore

  • Pierpaolo Maggio

    Amo approfondire le cose. Ho una laurea in Giurisprudenza, una in Scienze dei Beni Culturali ed un Executive in Marketing alla Bocconi di Milano. Sono specializzato nel supportare la crescita di nuovi business: lo chiamano Growth Hacking e lo faccio per Vargros dal 2016. Nel 2020 sono entrato anche nel team di Giovanni Ceccarelli e di Drink Factory.

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