Sostenibilità al bar #4: che cosa possiamo fare?

5 min
una lampadina nel verde con il simbolo del riciclo

Questo articolo l’ho lasciato per ultimo perché è il più delicato.

Se avessi scritto le cose che sto per scrivere nel primo post, avrebbero potuto dare la sensazione di essere le solite formulette che si leggono ovunque. Arrivando invece alla fine di un percorso, per quanto breve, una volta che le leggerete vi renderete conto che hanno tutto un altro senso. 

Ovviamente non è tutto quello che si può fare, ma alcune cose o meritano un approfondimento maggiore oppure non sono efficaci. Ne parleremo in futuro.

Se ti sei perso gli articoli precedenti, qua sotto trovi i link. Leggili nell’ordine proposto.

Clicca qui per il primo articolo Sostenibilità al bar #1: 50 miliardi di tonnellate

Clicca qui per il secondo articolo Sostenibilità al bar #2: Diminuire, azzerare andare in negativo

Clicca qui per il terzo articolo Sostenibilità al bar #3: spreco o scarto e miscelazione Zero Waste

Se li hai già letti, o ti sei messo in pari, vediamo alcune strategie efficaci che possiamo applicare al bar.

Queso articolo, come i primi tre, è stato reso possibile dalla collaborazione con  Rum Diplomatico e Compagnia dei Caraibi. Entrambe le aziende sono infatti particolarmente attente alla sostenibilità ambientale.

Azzerare gli sprechi

Nell’articolo precedente abbiamo parlato di azzerare gli sprechi. 

Questa cosa è molto importante e non c’è nulla da aggiungere: acquistate quello che vi serve e stoccatelo correttamente ed evitate che vada a male. La stessa cosa vale per le preparazioni home made e per le quantità di cibo che servite ai clienti.

Questo farà bene all’ambiente e al vostro portafogli.

Riutilizzare gli scarti se necessario

Anche di questo abbiamo già parlato: la miscelazione Zero Waste, la miscelazione circolare va bene se progettata e implementata in maniera organica

Non recuperate prodotti di scarto a caso perché per recuperarli producete CO2. Non dovete recuperate prodotti di scarto soprattutto se poi non sapete cosa farci e li buttate comunque nel bidone.

Quando fate una carta drink costruitela tenendo conto di come potreste usare questi scarti. Parte tutto da qui: da un’attenta selezione e progettazione del vostro menù.

Ricordate: Miscelazione Zero Waste non vuol dire per forza sostenibilità.

Fare BENE la raccolta differenziata ed evitate gli usa e getta

‘’Ecco Giovanni’’, starai pensando, ‘’hai scoperto l’acqua calda’’.

Si, è vero, ho scoperto l’acqua calda. Però ti chiedo: se ho scoperto l’acqua calda come mai, a livello nazionale, siamo fermi al 63% di differenziata? Se una cosa viene detta e ridetta da anni, non vuol dire che sia correttamente implementata.

Con la differenziata dovete essere maniacali. Vi faccio un esempio che non riguarda il bar: io e mia moglie, a casa, produciamo 1 sacchetto di indifferenziata ogni 2 mesi.

Al discorso differenziata si ricollega un aspetto molto importante: evitate, per quanto possibile, gli usa e getta (anche se non sono di plastica) e prodotti venduti con eccessivi imballaggi. Quando vedo l’acqua del caffè servita in bicchieri usa e getta mi viene la pelle d’oca.

Ricordate: nessuna cannuccia è meglio di una cannuccia di carta. Evitate le cannucce di plastica perché praticamente non vengono riciclate. 

Sul discorso plastica (più in generale) ci torneremo più avanti.

Scegliere gli elettrodomestici in classe energetica elevata

Se state aprendo un nuovo bar o avete degli elettrodomestici arrivati alla fine del loro ciclo vitale, acquistate attrezzature in classe energetica elevata.

Attenzione però: produrre questi elettrodomestici ha comunque un certo impatto ambientale, quindi, sostituite quelli vecchi quando ormai sono terminali. Vien da sé che dovete anche smaltire correttamente quelli che non utilizzate più.

Non sparare i riscaldamenti e l’aria condizionata a mille

Qualche anno fa sentii una intervista al matematico Piergiorgio Odifreddi che disse una cosa tanto banale quando vera: ‘in inverno, nei luoghi pubblici che frequento, è talmente caldo che posso stare in camicia o maglietta, mentre in estate, con l’aria condizionata, è talmente freddo che devo mettere un maglioncino o una felpa’

Inutile dire che Odifreddi avesse ragione. 

Sembra una sciocchezza ma per scaldare/raffrescare i nostri bar si consuma tanta elettricità e tanto gas, quindi si produce tanta CO2.

Una stima attuale, fatta per la crisi energetica dovuta alla guerra in Ucraina, ci dice che se a livello nazionale abbassassimo di 1°C il termostato dei nostri termosifoni, andremmo a risparmiare un miliardo di metri cubi di gas all’anno. 

Insomma: quando è freddo copriamoci un po’ di più e quando è caldo stiamo in maglietta (e ricordiamoci di mettere il deodorante).

Piantare alberi

Piantare alberi è un modo per compensare le emissioni di CO2.

Se non sai cosa vuol dire compensare, clicca qui e leggi l’articolo che ho scritto su questo argomento.

Esistono tante associazioni (Treedom, BeZeroCO2 ecc) che si occupano di riforestazione e voi potreste pensare di piantare un albero ogni tot cocktail venduti oppure di mettere in carta un drink eco-friendly: per ogni cocktail venduto un albero piantato. 

Sicuramente non ci guadagnerete, ma farete bene all’ambiente e all’immagine del vostro locale (un po’ di marketing non fa mai male, ma attenzione al Green Washing).

Addirittura, c’è la possibilità di calcolare la vostra carbon footprint e farvi certificare carbon neutral o carbon negative qualora andaste a compensare le vostre emissioni o addirittura andaste in negativo. Se siete dei fighi e avete le spalle larghe per farlo, fatelo. 

Io, con COCKTAIL ENGINEERING S.R.L., per il momento, ho scelto un’altra strada che vi spiegherò nel prossimo punto, ma quella di piantare alberi è altrettanto valida.

Investire, o donare ad aziende che producono sistemi di cattura CO2

Come già detto negli articoli precedenti, sarà fondamentale catturare l’anidride carbonica emessa in atmosfera. 

Gli alberi fanno la loro parte, ma stanno arrivando molte tecnologie interessanti che catturano anidride carbonica dall’atmosfera e la vanno a stoccare nel sottosuolo (stoccaggio permanente, una figata assoluta).

Purtroppo, queste tecnologie sono ancora poco diffuse e molto costose, per questo hanno bisogno di soldi.

Potreste pensare, con le vostre società, di investire in queste aziende (così potreste avere anche un ritorno economico, anche se non privo di rischi) oppure donare parte dei vostri introiti per finanziare la ricerca.

Io, per esempio, dono l’1% di tutti i proventi derivanti dagli abbonamenti all’area PRO a Stripe Climate, che si occupa di finanziare alcune di queste aziende. Se vuoi sapere di più sull’impegno ambientale di Cocktail Engineering, clicca qui.

Usare la sostenibilità come strumento di marketing avrà vita breve

La sostenibilità ambientale è un tema molto sentito e lo sarà sempre di più. 

In questa fase avere un approccio sostenibile è ancora una novità agli occhi di molti clienti e può essere utilizzato come strumento di marketing.

Vi assicuro però che in un futuro non troppo lontano diventerà la condizione necessaria affinché i vostri clienti vi continuino a scegliere.

Vi faccio un esempio: questa sera, preso dalla stesura di questi articoli, non ho avuto tempo di cucinare. Ho ordinato un asporto e sono stato sommerso di buste, bustine, contenitori in plastica. Il cibo era molto buono, ma tutta quella plastica mi ha infastidito. Non solo perché fosse plastica, ma anche per il fatto che impacchettando in maniera più intelligente ne avrebbero potuta usare molta meno. Non ordinerò più da questo ristorante e segnalerò la cosa.

Finita la cena, finito anche questo primo percorso introduttivo al discorso della Sostenibilità ambientale. Ho cercato di essere esaustivo senza però annoiare. 

Spero abbiate colto l’immensità del problema e decidiate di agire di conseguenza.

Buona miscelazione,
Giovanni

Autore

  • Giovanni Ceccarelli

    Sono l'ideatore e coordinatore del blog e del progetto Cocktail Engineering. Per pagarmi gli studi universitari dal 2007 ho iniziato a lavorare come bartender in diversi locali tra Pesaro, Fano e la Riviera romagnola. Nel 2010 mi sono laureato in Ingegneria Energetica (ben presto ho capito che questa non era la mia strada). Dal 2011 sono docente in Drink Factory nei corsi di Miscelazione Avanzata e Preparazioni Home made. Dal 2013 al 2016 ho scritto di scienza e cocktail sulla rivista BarTales. Nel 2016 ho aperto questo blog e lavoro come consulente per Vargros per il quale seleziono spezie ed altri ingredienti.

Autore
Giovanni CeccarelliDivulgatore, docente, consulente

Abbiamo parlato di

Powered By MemberPress WooCommerce Plus Integration

Invite & Earn

X
Signup to start sharing your link
Signup

Available Coupon

X
error: ATTENZIONE: Tutti i contenuti del sito sono protetti da copyright ©